Foi de Borg, gennaio 2007, p.7
Era quella di Sante, il giornalaio, che portava le notizie del mondo nella nostra piccola comunità. Spingeva un carretto nel quale facevano mostra di sé riviste e quotidiani variopinti (il rosa della Gazzetta e il verde di Stadio), che catturavano la nostra attenzione e ci affascinavano. “Giornali!” cantava il messaggero calvo, e raccontava le storie accadute vicino e lontano.
La televisione ancora non esisteva. Era solo la radio a farci vivere le emozioni più grandi: “Un uomo solo al comando! La sua maglia è bianco-celeste. Il suo nome è Fausto Coppi!”
L’edicola era all’ingresso del ponte, a sinistra. Lì le donne del Borgo compravano i loro sogni romantici: Grand Hotel, Bolero Film e, se non avevano i soldi, chiedevano a Sante il permesso di sfogliare in fretta il giornaletto per sapere come andava a finire la vicenda di cuori infranti: un intervallo rosa in una vita grigia e difficile.
Al cinema, Yvonne Sanson e Amedeo Nazzari in film come “Catene” e “I figli non si vendono“, facevano vivere loro storie appassionate e piangere calde lacrime (come non fossero bastate quelle versate nella vita di patimenti e traversie).
Il carrettino di Sante, e il suo vocione, irrompevano nel microcosmo del Borgo, e lasciavano echi di vicende lontane, allegre e drammatiche proprio come si svolgevano nelle case povere e nei vicoli stretti. E la gente del Borgo le leggeva dimenticando per qualche momento i drammi e le commedie, il grigiore e gli stenti, le piccole felicità che le vedevano protagonisti nella loro vita quotidiana. Grazie, Sante, cantore di mondi lontani, favole vere, storie, storia
Enzo Corbari