Nonna Elsa abitava di fronte al Borgo, dall’altra parte del fiume. Nella Castellaccia. Ma si sentiva un tutt’uno coi borghigiani, ai quali ora dedica una piccola dichiarazione di amore… la stessa che riserva al mondo della propria infanzia.
Avevo circa 9 anni (adesso ne ho 83) ed abitavo vicino al lavatoio, di lato al fiume Marecchia. Lo sapevate che il Borgo lo chiamavano,quelli con la puzza sotto il naso, il Borgo della Merda?
E proprio quelli lì hanno poi comprato tutte le case lasciate dai borghigiani doc, hanno costruito i palazzi, tentando di cambiare o rovinare un Borgo che è sempre stato il più bello di tutti i borghi di Rimini. Tutti lo invidiano, tutti lo vogliono imitare ma non c’è niente da fare, i borghigiani sono gelosi della loro “ricetta”ed hanno ragione!
Il borgo era l’ombelico del mondo! Per andare alla Barafonda, al Cimitero, a Viserba, alla Sacramora… per forza si dovevapassare dal Borgo! Di lì si passava, la domenica d’estate quando con le nostra mamme si andava a fare il bagno nel fiume Marecchia. Ci bagnavamo col “sottabito”che, bagnato,diventava trasparente, mentre le mamme scaldavano “il mangiare” col fuoco tra i sassi… le più fortunate avevano i costumi di lana che si mettevano ad asciugare a sole.
Nel Borgo c’era tutto un mondo,i borghigiani erano e sono grandi lavoratori: marinai della pesca, fornai, calzolai, idraulici, fiaccheristi, carrettieri, persone di gran cuore…se qualche famiglia aveva bisogno tutti aiutavano… ed anche partigiani e giovani soldati morti in guerra.
Io avevo lì le miepiù care compagne di scuola, che allora si chiavano per cognome: la Sartini, la Muccini, la Vanucci, la Tosi, laBianchini, la Giulietti. E una bidella di nome Caterina, vedova di guerra, una donna speciale, buona soprattutto con noi poveri. D’inverno ci dava la doppia razione di refezione (le mensa di allora).Una grande borghigiana, bisnonna di Roberto Maldini che tanto sta facendo per il Borgo… una raza clan sbaja!
Le donne del Borgo erano molto belle, mi ricordo in particolare di tre sorelle, sembravano tre “artiste”.
Ma il ricordo più forte è per la Trattoria Colombo. Questo tale era vestito metà uomo e metà donna, con una giacca, una gonna corta, i “calzettoni”, la sigaretta sempre in bocca e girava con una bicicletta da donna. Mai vista una cosa simile! E dove adesso ci sono bar, negozi, conad… era tutto verde. D’estate arrivava un piccolo circo che si chiamava Cirillo, mentre le donne stavano fuori dalle porte, nelle piazzette, a cucire, lavorare coi ferri, impagliare le sedie e cantavano, cantavano… Biloz suonava la fisarmonica mentre la Ciceta cantava…
E gli uomini avevano dei sopranomi curiosi,ognuno con la sua storia: la Fazenda, Uglion,Tranquillo, Zirel, Mazaset, Fasulon, Pipon, Parcioc, Birel, Gob, Americhen, Sgadez, Cadinon e tanti altri…Ma c’è un nome che un tutt’uno col Borgo: Arsa… tanti ne hanno parlato ma, se mi sarà consentito,vorrei dire anch’io la mia,la prossima volta…
Elsa