Il tema della Festa de Borg di quell’anno era liberamente (molto liberamente) ispirato al libro di Piero Meldini: “La Riminese”. il filo conduttore dell’evento era la donna nell’immaginario dei riminesi, ma soprattutto un omaggio ad alcune figure femminili: la donna matriarcale o erotica o felliniana… per molti uomini un nodo non risolto, come una sorta di fantasma da esorcizzare ed un enigma da sciogliere. Lasciando spazio – soprattutto – alle libere interpretazioni personali di chi partecipava alla creatività della Festa: infatti, il nostro Mauro Dall’onda si“scatenò” in una produzione vastissima di murales, tendaggi e pannelli che riempirono il paesaggio borghigiano. il Borgo quell’anno venne diviso in settori, ognuno dominato da un colore; a partire dall’ illuminazione pubblica: furono sostituite tutte le lampade esistenti con altre di colori diversi (gialle, rosse e verdi). Ogni via assunse un particolare aspetto, con disegni, pannelli, tende e lampade dello stesso colore.
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